CAPITOLO 18
E dunque si era giunti alla conclusione. Boschi si avvicinò a Tiziana, la ragazza appariva sconvolta.
“Amore, è stato terribile. Ma come ci sei arrivato?”
“Fa parte del mio lavoro. Pian piano, giorno dopo giorno, mettendo in fila una serie di fatti, di dati, di circostanze. Ma dopo tanti anni ancora non riesco a spiegarmi fino a che punto il fanatismo possa spingere un uomo a causare una tragedia come questa. Si sarebbe potuta evitare, una famiglia come i Di Silvestro, onesta e laboriosa, avrebbe potuto continuare a vivere in pace con tutti.”
Il commissario salutò il questore ed il giudice, il cinese venne ricondotto in cella, Palumbo e Vicari riaccompagnarono Kahlgibran al suo domicilio. Nessuno, oltre a loro due ed al commissario, ne conosceva la localizzazione.
Quella mattinata così piena di tensione volgeva al termine, Boschi ne portava i segni. Martella se ne accorse, si avvicinò.
“Commissario, tutto bene?”
Boschi lo guardò con riconoscenza. Quel ragazzo gli aveva salvato la vita, lo aveva accompagnato, così come tutti i suoi colleghi, nel corso di quella lunga indagine. Tiziana capì, si rivolse all'agente.
“Tu sei l'agente che è intervenuto in difesa del commissario? Quello che gli ha salvato la vita?”
Martella non amava le celebrazioni, i proclami, i complimenti. Guardò il suo superiore in attesa di un cenno di approvazione, quindi guardò la ragazza.
“Sì, signorina. Fa parte del nostro mestiere.”
E qui Tiziana fece un gesto che stupì anche il commissario. Con calma si sfilò una catenina d'oro, si avvicinò all'agente e gliela mise al collo, dicendogli:
“Chiamami Tiziana. Senza il tuo intervento, oggi l'uomo che amo con tutta me stessa non sarebbe qui. Hai fatto un gesto che forse per te rientra nel lavoro, ma per me è qualcosa di molto più grande. Da questo momento, per me, non sei solo un agente in servizio al commissariato. Sei mio fratello. Grazie.”
Lo abbracciò forte, l'agente era confuso e guardava il commissario, ma Boschi lo rassicurò con un cenno di approvazione. Poi Tiziana domandò al commissario:
“Quanto tempo impiegano il vicecommissario e l'ispettore a tornare qui?”
Boschi rispose:
“Non più di un'ora. Perchè?”
La ragazza sorrise.
“Bene, è giusto il tempo che mi serve. E' l'una meno un quarto, alle due vi aspetto alla pensione. E non mi dite che avete già avvertito le vostre mogli che tornate a pranzo a casa!”
Tutti furono colti di sorpresa, ma in fondo l'invito fece piacere: dopo quella mattinata così intensa, un invito a pranzo da quella ragazza solare non si poteva rifiutare. E poi era il primo invito ricevuto dalla fidanzata del loro commissario, dovevano presenziare tutti.
E soprattutto dovevano brindare alla bravura del loro capo ed allo scampato pericolo.
Ma dovevano uscire, era necessario fare un salto al vicino centro commerciale. Mai e poi mai si sarebbero potuti presentare a mani vuote.
Alle due meno cinque, puntualissimi, tutti arrivarono alla pensione, nello stato d'animo giusto per concedersi qualche momento di libertà ed allegria. Vicari, Zuccoli, Martella e Carelli presero posto all'ampio tavolo che la signora Rosa aveva preparato. Un istante dopo comparve Palumbo, con in mano uno splendido mazzo di fiori tenuti insieme da un nastro di raso rosso.
Appena comparvero in sala Tiziana ed il commissario, la signora Rosa stappò una bottiglia di vino: era un ottimo prosecco, che risultò alquanto gradito agli ospiti. Palumbo consegnò i fiori a Tiziana e la ragazza sfilò il biglietto che era nel mazzo. Chiamò Boschi, insieme aprirono la piccola busta.“Una ragazza speciale per un uomo speciale. Auguri da tutti noi.”
Seguivano le firme di tutti i componenti del commissariato.
Mentre Tiziana cercava un vaso adatto a contenere i fiori, il commissario ne approfittò per parlare ai suoi uomini. Era una cosa alquanto singolare, notoriamente Boschi non era avvezzo a questo tipo di abitudini. Tuttavia la circostanza lo richiedeva ed il commissario non si tirò indietro.
“Approfitto del momento e delle poche persone in sala a quest'ora perchè vorrei dirvi alcune cose che mi stanno a cuore. Quando sono arrivato qui, alla fine di maggio, non potevo non pensare alla squadra di colleghi, fidati e conosciuti, che erano rimasti a Torino. Con loro ho condiviso una serie di esperienze e vicissitudini che ci avevano reso una squadra unica ed affiatata. Tuttavia, avendo io chiesto la possibilità di dirigere un mio commissariato, ero pronto a compiere un lungo e paziente lavoro per ricostruire una squadra di persone come quella che avevo appena lasciato. Ma quando ci siamo conosciuti, il primo giorno di lavoro, mi avete dimostrato disponibilità, collaborazione, tutto quanto fosse necessario per farmi sentire accolto nel migliore dei modi.”
Lo ascoltavano attenti, senza mai staccargli gli occhi di dosso. Silenziosamente, Tiziana era giunta al tavolo ed ascoltava il commissario. Continuò:
“Pochi giorni dopo è avvenuta la tragedia che ha colpito i Di Silvestro, nello stesso tempo abbiamo cominciato ad indagare sul filippino. Si è trattato di un lavoro lungo e complesso, che però ci ha permesso di cementare le nostre energie, di agire secondo dei punti di vista comuni. Così abbiamo trovato un'affinità che non credevo potessimo trovare così presto, diventando la squadra che speravo potessimo diventare. E di questo vi ringrazio.”
Il commissario non aggiunse altre parole al suo breve discorso, tra i componenti della tavolata si era insinuata una certa commozione. Per alleggerire l'atmosfera, Vicari e Palumbo proposero un nuovo giro di prosecco e nessuno si sottrasse al brindisi.
La sorpresa giunse in tavola per mano di Tiziana: la ragazza portava due vassoi di arrosticini caldi, ai quali se ne aggiunse presto un terzo. Tutti vennero accompagnati da generose dosi di vino, molto apprezzate dai partecipanti alla tavolata. Boschi gustava con soddisfazione gli arrosticini, tanto che Palumbo, ricordando la curiosità del commissario quando lo invitò a pranzo, non si trattenne e gli disse ridendo:
“Commissario, ora non potrai più dire di non conoscere gli arrosticini!”
Ma quello era solo un assaggio.
La signora Rosa servì spaghetti alla chitarra conditi con salsa di pomodoro fresco, quindi gnocchi di patate al ragù ed arrosto misto. Il tutto fu completato dal caffè e da un bicchierino di genziana.
Fu un pranzo memorabile, Tiziana e la signora Rosa ne furono contente. Avrebbero invitato in altre occasioni i colleghi del commissario.Due giorni dopo, mentre si godevano il sole sul terrazzo di casa, Boschi e Tiziana assistettero ad una affollata conferenza stampa, davanti alla televisione. Il questore Mazzotta, accanto al Prefetto, illustrava i dettagli di quella che poteva essere considerata la più grande operazione di polizia dall'inizio dell'anno. Sullo sfondo, allineati a poca distanza dal questore, si trovavano Palumbo, Vicari, Martella, Zuccoli e Grossi.
“ .....e dunque posso dirvi che oggi si è conclusa una lunga indagine, per merito degli uomini del commissariato di Pubblica Sicurezza di Montesilvano. E' stata impedita la rinascita di un gruppo di trafficanti d'armi, costola di una organizzazione smantellata quattordici anni fa dai colleghi della questura di Torino. A capo di questa nascente costola si trovava un cittadino cinese, dotato di falsi documenti americani, il quale non ha esitato a commettere un efferato omicidio ed a provocare una strage attraverso un meccanismo perverso di esaltazione e fanatismo di terze persone. L'azienda Di Silvestro, che come è noto svolgeva anche la funzione di deposito giudiziario, custodiva ingenti quantità di armi e polvere da sparo, frutto del citato sequestro eseguito quattordici anni fa. Questo materiale è stato dato alle fiamme, provocando la devastante esplosione al colle di Santa Marta, per mano di un cittadino di nazionalità pachistana, plagiato dal capo della nascente costola di nuovi trafficanti di armi. Questo brillante risultato si deve anzitutto alla capacità investigativa del commissario Mario Boschi, oggi assente per ragioni personali. In sua vece è presente il vicecommissario Palumbo, che con gli altri colleghi è stato coautore di questo brillante risultato.... ”
Boschi volle ascoltare l'intera conferenza stampa; il questore non aveva omesso nulla, nemmeno il più piccolo dettaglio.
Al termine il commissario spense il televisore. Tiziana aveva già cominciato a preparare i bagagli, li attendeva una vacanza che tanto desideravano entrambi. Si era occupata lei di prenotare, andando a scegliere quella località della Liguria che da troppo tempo il commissario non rivedeva. Il lavoro alla pensione era stato ben organizzato, la signora Rosa si sarebbe affidata a Maria, la ragazza che a volte dava una mano a Tiziana. Ormai sarebbe stata in grado di sostituirla per un breve periodo.
Appena ultimata la preparazione dei bagagli, il commissario e la ragazza uscirono e si concessero una pizza in un locale sul lungomare, poi un gelato.
Tornarono presto a casa, la sveglia li avrebbe tirati giù dal letto piuttosto presto; avrebbero dovuto percorrere quasi settecento chilometri, ma sarebbe stato un viaggio piacevole e non stancante.
Li attendevano i vigneti a terrazzo, le Cinque Terre, le colline che strapiombavano nel mare. Boschi si sorprese a pensare. Non vedeva quei posti da tanti anni, forse non li avrebbe riconosciuti.
Ma avrebbe avuto tutto il tempo per rivederli e ricordarli.
Accanto alla donna che aveva scoperto di amare.FINE